LE RADIAZIONI PERCEPITE DALLE FORMICHE PRIMA DEL TERREMOTO

Le formiche percepiscono le anomalie delle radiazioni naturali

Nell’autunno del 2011 a Ragusa è avvenuto un fatto molto particolare: il prof. Limardo si trovava in città per un corso teorico-pratico inerente il fenomeno delle radiazioni naturali e, in serata, ha notato migliaia di formiche che fuoriuscivano dal sottosuolo e seguivano un percorso ordinato che non veniva interrotto nemmeno dalla presenza di ostacoli ( abitazioni, cancelli, muretti, ecc.).

Avendo con sé la strumentazione di rilevamento delle radiazioni naturali, il professore ha verificato che il percorso seguito dalle formiche corrispondeva ad una micro-faglia e lo spettrometro indicava un’alterazione della posizione di radiazione gamma proveniente dal sottosuolo (generalmente la posizione è stabile mentre, in quel caso, era molto instabile).

Quella stessa notte si è verificato il terremoto

Il prof. Limardo ha considerato la possibilità che da lì a poco si potesse verificare un evento sismico e che l’anomalo comportamento delle formiche potesse essere una reazione verso una fonte di disturbo che esse avevano percepito.

Quella stessa notte si è verificato un terremoto, fortunatamente non di forte intensità, ma che è stato avvertito dalla popolazione e che è stato riportato anche sui giornali locali e nazionali: gli allievi del corso, che avevano assistito ai rilevamenti del professore e alle sue previsioni, sono rimasti sbalorditi e hanno avuto ulteriore conferma dell’importanza del controllo di eventuali modifiche delle radiazioni telluriche.

Spunto interessante per nuove ricerche

Naturalmente il fenomeno può essere uno spunto interessante per nuove ricerche nel settore ed infatti il prof. Limardo, insieme al suo gruppo di lavoro, ha pensato di approfondire l’argomento in futuro, avvalendosi anche di geofisici di fama e di ingegneri elettronici, per mettere a punto eventuali strumentazioni idonee, grazie anche ai contributi forniti da alcuni Enti, pubblici e privati: tra questi lo Stato americano dell’ Oregon, che finora si è dimostrato sensibile ed attento ai suoi studi, finanziando per il 50% i costi delle sue ricerche per la messa a punto di un nanoprocessore utilissimo per proteggere la persona da un eventuale danno biologico al DNA derivante dall’utilizzo del telefono cellulare (i certificati e le caratteristiche del nanoprocessore sono consultabili sul sito a questo indirizzo Nanoprocessori Skudo).