Radiazioni gamma nel corpo umano

Le radiazioni gamma presenti nel corpo

Estratto dalle normative svizzere sulle “fonti naturali” di radioattività

«Il Potassio-40 (K40) è presente in proporzioni definite all’interno del corpo. A causa della sua radioattività il Potassio-40 emette continuamente segnali gamma che possono essere captati da macchinari opportuni».

Estratto sulla “radioattività naturale” da parte dell’ INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

«Un altro protagonista della radioattività naturale è il Potassio-40, che è presente nel nostro corpo e in generale nella materia biologica, nei cibi, nella crosta terrestre e nell’acqua di mare. Per esempio, in un corpo umano si hanno circa cinquemila decadimenti di Potassio-40 al secondo. La radioattività, inoltre, è responsabile del calore interno della Terra».

Dal Washington Post del 29 giugno 2005

«Pubblicati gli esiti di una ricerca a lungo termine (dal 1990 al 2005) sull’effetto delle radiazioni ionizzanti sull’uomo. Risulta una pericolosità delle radiazioni anche a piccole dosi , fino ad oggi sottostimata, che porta alla preoccupante affermazione che: Non esiste un livello “sicuro” di radiazioni; anche basse dosi di esposizione ai raggi possono danneggiare il DNA».

Dichiarazione della National Academy of Science (società incaricata dal governo statunitense per raccogliere informazioni scientifiche)

«Ogni piccola dose di radiazione pone un rischio di generare il cancro su una persona durante tutto l’arco della sua vita, e contraddice le precedenti affermazioni di alcuni scienziati che sostenevano che le piccole dosi sono innocue e persino benefiche. Non esiste una soglia di esposizione sotto la quale bassi livelli di radiazione possano essere dimostrati innocui o benèfici».

Da una pubblicazione dell’ARPA VENETO (ARPAV)

«Gli effetti cronici sono tardivi e provocati da un’ esposizione continua e permanente di piccole dosi di radiazioni ionizzanti con elevato accumulo delle stesse».

«Comportano un accorciamento dell’aspettativa di vita e un’ alta probabilità di ammalarsi di tumori soprattutto del sangue (leucemie) e delle ossa (osteosarcoma) che possono manifestarsi già a due anni dall’esposizione.

«Statisticamente frequenti sono i tumori alla mammella, alla tiroide, al polmone e alla pelle, che insorgono dopo un periodo di latenza più lungo, superiore ai 5 anni. Non è stata dimostrata ad oggi un’evidenza che le radiazioni ionizzanti possano indurre leucemia linfatica cronica, linfoma di Hodgkin e carcinoma del collo uterino. Si possono avere anche danni cronici localizzati che colpiscono la pelle (radiodermite) o l’occhio (cataratta)».

Stralcio da un intervento del prof. G. Galli* sul “danno da radiazioni”

«La dottrina più diffusa ed ufficiale è quella sostenuta dall’autorevole INTERNATIONAL COMMISSION ON RADIOLOGICAL PROTECTION (ICRP), che ispira la legislazione protezionistica di tutto il mondo. Una “soglia” non esiste : anche un solo evento (per esempio un fotone od una particella che determini una rottura di entrambi i filamenti che formano l’elica del DNA) può essere sufficiente a dare inizio ad un tumore maligno o ad una alterazione genetica ereditaria».
* Direttore Emerito dell’ Istituto di Medicina Nucleare, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma

Annotazione sulle radiazioni del prof. Nicola Limardo, già docente in medicina ambientale presso i Corsi di Alta Formazione – Università “La Sapienza” di Roma

«Dal radon (in gas) si origina una componente molto pericolosa per l’organismo umano, il polonio. Non bisogna però dimenticare che a sua volta si origina il piombo radioattivo (214Pb) che ha un tempo di dimezzamento di 26,8 minuti ed è un componente sia”beta” sia “gamma”: questo è un vero pericolo per l’Uomo sia perché è un radionuclide “gamma” (capace di penetrare anche il cemento armato), sia perché il “tempo di dimezzamento” è più che sufficiente per generare un rischio per la salute».

«Inoltre il successivo decadimento del piombo-214 presenta anch’esso la caratteristica di essere di tipo “beta” e “gamma” contemporaneamente; si tratta del bismuto-214 (214Bi), il cui tempo di dimezzamento è anch’esso sufficiente per “generare” un problema all’Uomo (17,9 minuti)».